LA GUIDA TURISTICA

i musei vaticani

Sul quotidiano “Il Giorno” di martedì 24 marzo , è stato pubblicato un articolo il cui titolo è “Guide turistiche sul piede di guerra. Invasione di Ciceroni stranieri”.
Da una prima lettura dell’articolo è emerso che l’Italia deve uniformarsi, come è giusto che sia, alla normativa emanata dall’Unione Europea, la quale sollecita tutti gli Stati a emanare leggi che consentano alle guide turistiche di tutti i paesi membri di poter esercitare la professione turistica in luoghi diversi da dove hanno conseguito il titolo di studio che li ha abilitati alla professione.
Indubbiamente lo spirito dell’Unione Europea è quello di dare la possibilità a tutti di poter lavorare nell’ambito dell’area Schengen, così come è avvenuto per la libera circolazione dei capitali, delle merci e delle persone.
L’interesse degli Stati appartenenti all’Europa è di consentire ai propri cittadini di poter lavorare ovunque. Se è possibile che ditte italiane partecipino a gare di apparti nei paesi di tutta l’Europa, appare “giusta” questa ulteriore normativa. Quello che non convince molto è l’equiparazione dei titoli di studio conseguiti nei diversi Paesi.
In Italia per diventare guida turistica ci sono diverse strade, due delle quali sono:
– conseguire il diploma turistico, superare l’esame di abilitazione alla professione mediante la frequenza del corso di qualificazione professionale con il superamento dell’esame finale (composto da una prova scritta, da una prova orale e da una prova di simulazione svolta in forma orale)
– il titolo di studio universitario (è valida anche la laurea triennale) che sostituisce la frequenza del corso di qualificazione ma non il superamento dell’esame scritto e orale.
La guida che accompagna i visitatori nei musei è la professione ideale per chi ama l’arte e ha uno spirito da insegnante. In genere, sia i musei statali sia i privati non assumono direttamente il personale che accompagna i visitatori ma fanno accordi con le guide turistiche. E per lavorare in un museo, bisogna essere iscritti nell’albo delle guide.
Operativamente come si fa? Si aspetta il bando che Regioni e Province pubblicano ogni due anni. I requisiti per aderire sono vari. Alcune regioni, come Veneto e Sicilia, chiedono una laurea in Storia dell’arte, Scienze turistiche o Archeologia, in altre basta il diploma di scuola superiore. In altre ancora, come la Sardegna, viene chiesto un tirocinio di almeno tre mesi presso associazioni turistiche. Ci sono infine Regioni e Province che prevedono la frequenza di corsi appositi (si sostiene un esame orale sulla storia del territorio).
Chi chiede di essere abilitato in una lingua straniera sosterrà un doppio esame. Una volta superato, si verrà iscritti a un albo pubblico da cui “pescano” musei, agenzie, gruppi di turisti e scuole.
Ci sembra di aver letto che in Slovenia bastano 40 ore di corso per acquisire competenze sufficienti per effettuare visite guidate in Italia, ad esempio: in S. Maria delle Grazie per commentare il Cenacolo, a S. Ambrogio, alla pinacoteca di Brera, dove fino ad oggi possono accedere solo guide specializzate.
Molti sono i commenti che abbiamo trovato sulla legalità di questa normativa, in quanto si -mettono a confronto titoli di studio non equipollenti.
Molti sono i commenti relativi all’ingiustizia che gli italiani subirebbero, anche per motivi di disoccupazione oppure perché non sono date – sempre leggendo le opinioni delle persone intervistate dal Giorno – le stesse opportunità di lavoro tra Italiani e altri cittadini di paesi dove esistono meno siti archeologici, musei ecc…
Ci si auspica che il Governo, nel mettere in atto la normativa, consideri la necessità di una maggiore tutela dei lavoratori italiani di questo settore, non per limitare l’accesso estero verso l’Italia ma per aumentare l’uscita di Italiani verso siti che sono Europei o internazionali.

Luciana E.

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