Lo chignon

Quest’oggi mi trovavo per strada e ho guardato un cartello in cui si pubblicizzavano tailleur sia al maschile sia al femminile, e la cosa che più mi ha colpito è stato lo chignon della modella.
Ho iniziato a pensare all’eleganza di questa acconciatura e mi è venuta in mente l’immagine di mia madre di quando io ero piccola. Aveva i capelli lunghi ma li portava sempre raccolti sulla nuca. Si faceva prima una lunga treccia e poi la avvolgeva sulla nuca. La trovavo molto bella e austera, anche se indossava vestiti di tutti i giorni.
È un’acconciatura piuttosto popolare, principalmente femminile: non di rado si trovava sui cammei di un tempo, dove la figura muliebre, stilizzata e di profilo, aveva i capelli così raccolti. Anche gli uomini però hanno mostrato di gradire i capelli lunghi e raccolti, per motivi diversi da quelli femminili e non certo per mostrare il loro decolté.
La parola ha origine francese: Le chignon du cou, termine col quale si indica la nuca, ma gli
chignon ci sono sempre stati; li troviamo già nella donna dell’Antica Grecia impreziositi con fermagli d’oro. Era amato anche dalle matrone romane che ne avevano addirittura di posticci realizzati con i capelli biondi delle schiave dei Paesi del Nord.
Durante il Rinascimento le donne lo adornavano con nastri e pietre colorate. Era utilizzato molto anche dalle donne Orientali.
In epoca vittoriana e poi dopo la seconda guerra mondiale diventò un vero e proprio accessorio di moda: indimenticabili sono gli chignon di Eva Peron e Maria Callas, di Audrey Hepburn e di Grace Kelly, ma anche di donne meno belle come Ave Ninchi e Tina Pica.
Elegante a tutte le età, è perfetto per valorizzare le scollature degli abiti da gran sera, ma riesce anche nella difficile impresa di rendere raffinato il più semplice degli abiti. Non soltanto slancia il collo, ma rende evidente il viso; per questo è utilizzato molto anche dalle ballerine di danza classica e  dalle pattinatrici su ghiaccio.
Un famoso parrucchiere, Jean Luis David, per riprodurlo consiglia: “cotona i capelli sulla parte superiore della testa, quindi tirali indietro avendo cura di mantenere il volume sul davanti. Partendo dalle ciocche più basse, quelle attaccate alla nuca, attorciglia poi i capelli fino a tirarli in cima alla testa. Usa lacca e forcine per fissare.”
Lo chignon può essere a cipolla, a nido di cicogna, a donut o a fiocco; l’importante, dicono gli esperti, è non strafare sovraccaricandolo di clip, spille e cerchietti. Nel dubbio è meglio dare un’occhiata alle ballerine di Degas .
Le più giovani possono rendere più sbarazzino il look inserendo qualche extension colorata nella coda prima di avvolgerla. Se non si è ragazze oppure se il viso è stanco e tirato, meglio abbandonare l’idea di un raccolto ordinato e tirato da ballerina e puntare su uno chignon spettinato che minimizza le imperfezioni e rende l’insieme più vitale.

Gli uomini
Lo chignon più famoso fu quello Oscar Wilde, che si presentò così pettinato nel 1884 al raduno inaugurale della Fabian Society di Londra e che, anche per quello, subì la condanna per omosessualità.
Il fascino maschile è stato legato nel passato al codino, ma ora quello da chignon parte da Hollywood, con Jaredo Leto ma anche Leonardo Di Caprio, Orlando Bloom, Colin Farrell e Bradley Cooper che ha tentato il doppio chignon con un risultato di dubbio gusto.
Brad Pitt lo porta nel film “12 anni schiavo”, e per concludere lo ha esibito anche lo svedese Cristian Goran che pare essere il prototipo della bellezza attuale.

Luciana E.

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono contrassegnati *