Psicologia e pubblicità

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La pubblicità deve convincere i consumatori a comprare l’oggetto pubblicizzato; per raggiungere lo scopo usa sottili forme di persuasione, si insinua negli strati profondi dell’inconscio e richiama i desideri e le aspirazioni delle masse per mezzo di allusioni e sollecitazioni. La psicologia è una scienza molto usata e di grande aiuto alla pubblicità.
ll consumatore non fa scelte con criteri oggettivi: molto spesso sceglie irrazionalmente, e le ragioni che adduce sono spesso difformi dalle motivazioni reali che l’hanno indotto a fare una scelta o a decidere quel determinato acquisto.
Nella nostra società c’è molto consumismo: il compratore è frastornato da una grande quantità di prodotti e servizi spesso simili, a volte indistinguibili fra loro. La scelta ricorrentemente si colloca tra la personalità del consumatore e la proiezione psicologica che l’immagine del prodotto o della marca sanno evocare. Il consumatore acquista per una serie di opinioni e atteggiamenti verso il prodotto più che per la sua composizione chimica o tecnologica.
Molte scelte sono operate perché a livello lessicale la pubblicità usa un linguaggio più ricco, più fantasioso, con frasi a effetto che hanno il potere di stupire e, in fondo, di attrarre.
Ricordate la pubblicità del piumino per spolverare: una giovane donna si mette in posa, come l’antico cavaliere contro il drago, per sconfiggere un pericolo che si insinua nella vita del suo bambino: la polvere!

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