31 ottobre:Halloween

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La parola Halloween rappresenta una variante scozzese di All-Hallows-Eve, cioè la notte prima di Ognissanti (in inglese arcaico All Hallows Day, moderno All Saints). To hallow = santificare.

Sinceramente questa festività mi ha sempre stizzita, vuoi per la zucca che evoca immagini macabre, vuoi perché non capisco il motivo per cui si debba festeggiare anche in un periodo tristissimo come quello della ricorrenza dei defunti.
Mi rendo conto che tutto è “pro business”, e che se fossero tutti come me si farebbero veramente pochi affari in questi giorni, ma è un po’ come la festa delle donne, dei nonni, del papà e della mamma: serve a poco e non capisco cosa si debba festeggiare, ma si spende molto in regali, regalini, fiori e quant’altro.
Oggi al supermercato ho trovato dei ragazzi che misuravano delle maschere diavolesche (si dice così?), e alla mia domanda se sapessero l’origine della festività e il perché … non hanno saputo rispondere.
In verità non lo so neanche io, così mi sono sentita sollecitata a conoscerne le origini .
Ho letto che lo storico Nicholas Rogers, ricercando come me , ha scoperto che gli storici, Rhŷs e Frazer, ne avevano trovato tracce nella festa romana dedicata a Pomona – dea dei frutti e dei semi – o nella festa dei morti chiamata Parentalia.
Secondo altri, Halloween ha origini diverse e risalirebbe a una festa celtica: “Samhain”, (originariamente scritto Samuin) che nella cultura dei Gaeli e dei Celti che vivevano nell’arcipelago britannico aveva il significato approssimativo di “fine dell’estate”.
Curioso, no?

La festa di Ognissanti fu istituita dal Papa Gregorio IV il 1° novembre dell’840: questa scelta fu forse per creare continuità col passato, sovrapponendo la nuova festività cristiana a quella più antica che la Chiesa Cattolica non ha mai ritenuto di riconoscere.
Questa continuità ha avuto amplissima diffusione, e l’Encyclopaedia Britannica la considera data certa.
Lo storico Hutton però la mette in discussione, osservando come Ognissanti (prima di essere festa di precetto del calendario liturgico) fosse celebrato già da vari secoli in date discordanti da paese a paese: la più diffusa era il 13 maggio; in Irlanda (paese di cultura celtica) era il 20, mentre il 1º novembre era una data diffusa in Inghilterra e Germania (paesi di cultura germanica).
L’usanza di festeggiare la notte del 31 ottobre ha avuto ampia diffusione in tanti Paesi del mondo assumendo le caratteristiche più svariate. Tratto distintivo sono le sfilate in costume e i giochi dei bambini, che girano di casa in casa recitando la formula ricattatoria del dolcetto o scherzetto, facendo intendere che se non ricevono il dolcetto, gli abitanti della casa subiranno degli scherzetti di punizione.
La simbologia della festività è molto legata al mondo della morte e dell’occulto, così come l’emblema della zucca intagliata, derivato dal personaggio di Jack-o’-lantern.
Da Wikipedia: L’usanza di Halloween è legata alla famosa leggenda dell’irlandese Jack, un fabbro astuto, avaro e ubriacone, che un giorno al bar incontrò il diavolo. A causa del suo stato d’ebbrezza, la sua anima era quasi nelle mani del diavolo, ma, astutamente, riuscì a far trasformare il diavolo in una moneta promettendogli la sua anima in cambio di un’ultima bevuta. Jack mise il diavolo nel suo borsello, accanto ad una croce d’argento, cosicché egli non potesse ritrasformarsi. Allora il diavolo gli promise che non si sarebbe preso la sua anima nei successivi dieci anni e Jack lo lasciò libero. I successivi dieci anni dopo, il diavolo si presentò nuovamente e Jack gli chiese di raccogliere una mela da un albero prima di prendersi la sua anima. Al fine di impedire che il diavolo discendesse, il furbo Jack incise una croce sul tronco. Soltanto dopo un lungo battibecco i due giunsero ad un compromesso: in cambio della libertà, il diavolo avrebbe dovuto risparmiare la dannazione eterna a Jack. Durante la propria vita commise tanti peccati che, quando morì, rifiutato dal paradiso e presentatosi all’Inferno, venne “cordialmente” scacciato dal demonio che gli ricordò il patto ed era ben felice di lasciarlo errare come anima tormentata. All’osservazione che era freddo e buio, il demonio gli tirò un tizzone ardente (eterno in quanto proveniente dall’Inferno), che Jack posizionò all’interno di una rapa che aveva con sé. Cominciò da quel momento a girare senza tregua alla ricerca di un luogo su cui riposarsi. Halloween sarebbe dunque il giorno nel quale Jack va a caccia di un rifugio. Gli abitanti di ogni paese sono tenuti ad appendere una lanterna fuori dalla porta per indicare all’infelice anima che la loro casa non è posto per lui.

Perché le zucche
È un simbolo formatosi col passare del tempo, e risale al 1837; originariamente era legata al tempo del raccolto, in generale; verso la seconda metà del Novecento, fu associata specificamente a Halloween.

L’uso di intagliare zucche con espressioni spaventose o grottesche, risale alla tradizione di intagliare rape per farne lanterne, con cui ricordare le anime bloccate nel Purgatorio. L’America del Nord usava la zucca, originaria del posto, poiché era disponibile in quantità molto elevate, era molto grande e di facile intaglio.
Il simbolismo deriva da varie fonti, inclusi costumi nazionali, opere letterarie gotiche e horror (come i romanzi Frankenstein, Dracula e Lo strano caso del Dr. Jekyll e di Mr. Hyde) e film classici dell’orrore (come Frankenstein e La mummia).
Durante la festività prevalgono gli elementi legati alla stagione autunnale: assieme alle zucche si possono trovare anche spighe di grano e gli spaventa passeri.
I colori tradizionali sono: il nero, il viola e l’arancione.

Dolcetto o scherzetto
È un’usanza di Halloween. I bambini si recano, con costumi diversi, di casa in casa chiedendo dolciumi e caramelle o qualche spicciolo, con la domanda “Dolcetto o scherzetto”? “Scherzetto” è la traduzione dall’inglese “trick”; contiene una velata minaccia di fare danni ai padroni di casa o alla loro proprietà se non viene dato alcun dolcetto (“treat”).
“Trick or treat” (dolcetto o scherzetto) in realtà significa anche “sacrificio o maledizione”, come recita una filastrocca inglese.

I travestimenti
Si tramandano dal tardo medioevo: a quel tempo era un modo per chiedere l’elemosina: la gente povera andava di casa in casa il 1º novembre, giorno di Ognissanti, e riceveva cibo in cambio di preghiere per i loro morti, il giorno della Commemorazione dei defunti, il 2 novembre.
L’usanza di Halloween è nata in Irlanda e Gran Bretagna ma è stata ritrovata anche nel Sud Italia.

Gli atteggiamenti cristiani verso Halloween.
Nella Chiesa Anglicana, alcune diocesi hanno scelto di enfatizzare le tradizioni cristiane del giorno di Ognissanti, mentre altre confessioni protestanti celebrano la festività come Giorno della Riforma, una data scelta per ricordare la Riforma Protestante.
La Chiesa Protestante è contraria a Halloween: la considera una festa neopagana.
Gli Evangelici sostengono che: “in questo giorno si spera che il misterioso, il diabolico e l’occulto convivano con gli umani.
Oggi, nel mondo intero, Halloween è la festa più importante dell’anno per i seguaci di Satana. Il 31 ottobre è l’inizio del nuovo anno, secondo il calendario delle streghe.” Il World Book Encyclopedia afferma che rappresenta l’inizio di tutto ciò che è “cold, dark and dead”: freddo, nero e morto.
Nella Chiesa Cattolica degli Stati Uniti c’è chi ritiene che Halloween abbia delle connessioni col Cristianesimo, e le celebrazioni di Halloween sono frequenti nelle scuole parrocchiali cattoliche del Nord America e dell’Irlanda, ma una parte sempre maggiore della Chiesa Cattolica non approva la festa e sconsiglia di parteciparvi, in quanto avvicina al mondo dell’occulto e al satanismo, e distoglie l’attenzione, sminuendola, dalla Festa di tutti i Santi che si celebra il giorno successivo.
Alcuni fondamentalisti e le Chiese Evangeliche usano opuscoli o brevi fumetti per sfruttare usare la popolarità di Halloween come un’opportunità per evangelizzare.

In Italia ci sono tradizioni simili per celebrare la commemorazione dei defunti: una di esse vuole che i primi Cristiani, vagabondassero per i villaggi chiedendo un dolce chiamato “pane d’anima”; più dolci ricevevano e maggiori erano le preghiere rivolte ai defunti del donatore.

A Serra San Bruno, in Calabria, vi è la secolare tradizione del “Coccalu di muortu”.
I ragazzini, dopo aver intagliato la zucca fino a riprodurre un vero e proprio teschio (in dialetto serrese, appunto, “Coccalu di muortu”), vagabondano per le vie del paese tenendo in mano la zucca e bussando agli usci delle case oppure rivolgendosi ai passanti, esordiscono con la frase: “Mi lu pagati lu coccalu?” ( “Me lo pagate il teschio?”).
La frase è stata interpretata anche come: “Guardi che opera d’arte ho creato! Le piace? Mi piacerebbe che lei mi gratificasse ancor di più facendomi un’offerta in denaro!”.

Anche in Friuli era allo stesso modo diffusa la tradizione di intagliare zucche con fattezze di teschio, e si credeva che nella notte dei morti questi potessero uscire dalle tombe, muoversi in processione, irretire i bambini, e infine che gli animali nelle stalle potessero parlare.
È una tradizione che resiste un po’ in tutta l’Italia… mia nonna mi diceva di accendere le candele nella notte dei morti, perché i defunti entrando in casa potessero trovare la luce.
Io mantengo questa memoria (consuetudine, usanza) ancora oggi.
Sempre in Friuli era diffusa una usanza pressoché identica a quella del “dolcetto o scherzetto” anche se applicata nelle festività natalizie o carnevalesche, feste nate come riti di passaggio d’anno, similmente a Halloween.
In queste occasioni i bambini, travestiti da figure spaventose e mostruose, bussavano di porta in porta recitando filastrocche il cui significato era quello di chiedere dolci, noci o piccoli regali, in cambio di un augurio rivolto agli interlocutori di accedere al paradiso.

In Sardegna, Halloween è conosciuta come Is Animeddas, Su Candeleri, Su mortu mortu, Sas Animas, Su Peti Cocone, Su Prugadoriu o Is Panixeddas, a seconda delle zone; è una tradizione antichissima, e prevede anch’essa di andare per le case a chiedere di fare del bene per le anime dei morti; i bambini che bussano alle porte si presentano come “sos chi toccana” (“quelli che bussano” in lingua logudorese).
La notte del 30 ottobre, gli adulti girano per le vie del paese percuotendo fra loro graticole, coltelli e scuri allo scopo di intimorire i ragazzi e i bambini, che nel frattempo si spostano per le strade con delle zucche vuote intagliate a forma di teschio e illuminate all’interno da una candela.
Bussando alle case, i piccoli annunciano la loro presenza battendo coperchi e mestoli, e recitano una filastrocca in lingua sarda: “Sant’Andria muzza li mani”!!… (Sant’Andrea mozza le mani); in cambio di questa esibizione ricevono dolci, mandarini, fichi secchi, bibite e denaro.

In Sicilia la tradizione vuole che, nella notte tra l’1 e il 2 novembre, i cari defunti facciano visita ai parenti ancora in vita, portando doni ai bambini.

A Orsara di Puglia, un paese nella provincia di Foggia, la notte tra l’1 e il 2 di novembre si celebra l’antichissima notte del “fucacost” (fuoco fianco a fianco): davanti a ogni casa vengono accesi dei falò per illuminare la strada di casa alle anime del purgatorio che in quella notte tornano a trovarci. Sulla brace di questi falò poi viene cucinata la carne che tutti insieme mangiano in strada, offrendola anche ai passanti.
Nella giornata dell’1 novembre, nella piazza principale, si svolge inoltre la tradizionale gara delle zucche decorate (le “cocce priatorje” – le teste del purgatorio, nel senso delle anime del purgatorio).

Infine – per il piacere di tutti i loro fans – parliamo del gruppo Power metal Helloween, nato ad Amburgo, che prende il nome proprio dalla festa di Halloween.
Secondo l’ex chitarrista Kai Hansen, il nome fu proposto dal bassista Markus Grosskopf la sera di Halloween del 1984, creando un gioco di parole con la “Hellish Music”.
In seguito, il gruppo sfruttò molto la somiglianza tra il proprio nome e quello della festa celtica: lo stesso Hansen scrisse una canzone di oltre 13 minuti intitolata Halloween.
Per il loro disco di debutto (Helloween) proposero una breve successione di melodie registrate da una radio, tra cui “Happy Happy Halloween” suonata sull’aria di “London bridge is falling down”.
Jack’o’lantern è una figura ricorrente in tutte le loro copertine (la stessa “O” di Halloween è rappresentata come una zucca maligna).

Luciana E.

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