La dislessia

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Sono stata colpita dall’articolo uscito su questo blog in data 9 settembre, nel quale lo stato d’animo dell’autore ancora oggi risente del malessere degli anni scolastici, a causa di un disturbo mai diagnosticato che soltanto oggi egli pensa attribuibile a una probabile dislessia.
L’autore dell’articolo è vissuto in un periodo in cui non c’era particolare attenzione per la dislessia, così come era poco conosciuta la discalculia; la scuola è intervenuta su questi temi soltanto in tempi successivi, mentre si facevano progressi e l’istruzione si diffondeva a tutti i livelli sociali con normative ad hoc. La didattica si è arricchita di interventi a sostegno per tutti i casi in cui l’alunno ha difficoltà di apprendimento dovute a dislessia, discalculia, disgrafia, disortografia.
Mi sento di appoggiare il lavoro degli insegnanti, non soltanto perché lo sono anch’io, ma perché in tanti anni di scuola pubblica ho partecipato a corsi di aggiornamento, per essere di supporto a tutti gli allievi nelle loro diversità. Certo, se la dislessia è diagnosticata alle elementari è sicuramente un vantaggio: il percorso scolastico è all’inizio e si può intervenire subito con strumenti idonei e piani personalizzati.

In termini scientifici, il DSM –IV – R, Manuale Statistico e Diagnostico per i Disturbi Mentali, così delinea la dislessia:
“La caratteristica fondamentale del Disturbo della Lettura è data dal fatto che il livello di capacità che il soggetto ha raggiunto (precisione, velocità o comprensione della lettura misurate da test standardizzati) si situa sostanzialmente al di sotto di quanto ci si aspetterebbe data l’età cronologica del soggetto, la valutazione psicometria dell’intelligenza e un’istruzione adeguata all’età (Criterio A). Il Disturbo della Lettura interferisce notevolmente con l’apprendimento scolastico o con le attività della vita quotidiana che richiedono capacità di lettura (Criterio B). Se è presente un deficit sensoriale, le difficoltà nella lettura vanno al di là di quelle di solito associate con esso (Criterio C).. Nei soggetti con Disturbo della Lettura (che viene anche definito Dislessia), la lettura orale è caratterizzata da distorsioni, sostituzioni o omissioni; sia la lettura orale che quella a mente sono caratterizzate da lentezza ed errori di comprensione”.

Ho avuto ragazzi con problemi di dislessia, e in particolare uno mi è rimasto in mente.
In una classe quinta avevo una ragazza molto studiosa ma con difficoltà a memorizzare ciò che studiava. Durante le verifiche orali non erano possibili domande che esulassero dallo schema che aveva preparato con molta fatica. Interrogata, non riusciva mai ad andare oltre una stretta sufficienza. La si premiava per il lavoro, per la volontà, per la tenacia.
La madre era disperata; era un genitore molto apprensivo, direi anche ambizioso, che avrebbe voluto di più dalla ragazza, la quale purtroppo non riusciva. Spesso si lamentava con noi, quasi addossandoci le responsabilità dell’insuccesso della figlia.
In un consiglio di classe, una collega di inglese evidenziò il problema e ipotizzò che la ragazza fosse dislessica. Ne parlammo alla madre, e ne seguirono accertamenti che ebbero come diagnosi finale proprio “ la dislessia”.
Finalmente la diagnosi l’ aveva liberata dal macigno di tanti anni passati a studiare in modo sbagliato e valutato da tutti in modo altrettanto sbagliato. Riconoscendo il disagio l’allieva aveva riacquistato autostima.
Il Consiglio si uniformò alla legge n. 170/2010 mettendole a disposizione tutto ciò che è previsto: dalla esenzione della lettura ad alta voce in classe, all’utilizzo di strumenti informatici, oltre ad una didattica individualizzata, personalizzata.
Volete sapere come si concluse la vicenda?
La ragazza si diplomò con soddisfazione grazie a un percorso didattico a supporto delle difficoltà di metodo e di diversa classificazione e memorizzazione delle nozioni.

Richiamo di seguito l’articolo 5 della legge 170/2010 il quale: prevede le misure educative e le didattiche di supporto, l’uso di una didattica individualizzata e personalizzata, l’introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche; le misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da apprendere. Contempla, per l’insegnamento delle lingue straniere, l’uso di strumenti compensativi che favoriscano la comunicazione verbale. Garantisce, durante il percorso di istruzione e formazione scolastica e universitaria, adeguate forme di verifica e di valutazione anche per quanto concerne gli esami di Stato e di ammissione all’università, nonché per gli esami universitari.
Prevede anche misure per i familiari (art. 6), che potranno usufruire di orari di lavoro flessibili.

Annie Murphy Paul (The New York Times) sostiene che la migliore visione periferica e la capacità di dare senso a enormi quantità di dati visivi siano alcune delle capacità che paiono essere più sviluppate nelle persone dislessiche. (“Internazionale 936, del 17 febbraio 2012 , Sezione Scienza”).

Consiglio alcuni siti utili:

http://www.maestrantonella.it/DSA/materiali_didattici_DSA.html

http://www.webaccessibile.org/articoli/un-web-accessibile-anche-per-utenti-dislessici/

Suggerisco anche di visitare il blog segnalato in basso. Non c’è un interesse particolare se non quello di far conoscere il fenomeno molto diffuso della dislessia… Il blog è ironico e critico allo stesso tempo.

 http://blog.libero.it/dsa/6027303.html

Ritornando all’articolo del 9 settembre sono molto dispiaciuta per il bambino che allora non fruì delle opportunità didattiche. Vorrei rassicurare l’uomo che ha scritto l’articolo “Il ricordo”, che io conosco e che ha superato l’esame più importante, la vita gli ha permesso di riscattarsi; scrive libri. 
Forse si trattava di dislessia, forse non lo era: non lo sapremo mai e non vale n
eanche più la pena scoprirlo oggi.

Luciana E.

1 pensiero su “La dislessia

  1. Ringrazio Luciana.
    Non ho potuto fruire allora delle opportunità didattiche, ma per tutta l’adolescenza – e anche dopo, fino all’Università – mi hanno rifilato una dieta così massiccia di pillole di Acutil Fosforo che oggi la Farmaceutica Angelini dovrebbe considerarmi socio azionista “ad honorem”.
    Qualcosa avranno fatto anche loro, no?

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